Ai ritmi attuali occorrono diciassette anni per rinnovare il parco: sostenibilità dell’autotrasporto e sicurezza della circolazione confinate nel libro dei sogni?
Sulla base dei dati forniti dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, il Centro Studi e Statistiche dell’UNRAE ha elaborato una stima del mercato dei veicoli industriali con massa totale terra superiore alle 3,5 t per gennaio 2019 che denuncia una diminuzione del 9,9% rispetto al gennaio del 2018 (2.145 unità immatricolate contro 2.380).
Il comparto dei veicoli pesanti, con massa totale a terra uguale o superiore a 16 t, ha fatto registrare nel mese di gennaio 2019 una perdita del 9,8% sullo stesso mese del 2018 (avendo immatricolato 1.840 unità contro 2.039).
“Come era prevedibile già osservando gli andamenti del 2018 - commenta Franco Fenoglio, Presidente della Sezione Veicoli Industriali di UNRAE, l’Associazione delle Case automobilistiche estere - l’inizio del nuovo anno porta con sé la conferma che il mercato dei veicoli industriali si affaccia su un nuovo periodo di difficoltà.
UNRAE, insieme con altre Associazioni della filiera automotive in Italia, sta denunciando la situazione dell’autotrasporto nazionale, con le sue ricadute sul mercato e sull’occupazione, chiedendo al decisore politico di voler prestare infine la dovuta attenzione al problema e invitando il Ministro Toninelli a un confronto sulle possibili soluzioni, non più rinviabili se si vuole evitare che la situazione continui a peggiorare, allontanando sempre di più il nostro autotrasporto dalla possibilità di competere con la concorrenza europea e non apportando alcun beneficio al settore in termini di maggior sostenibilità e sicurezza”.
“Purtroppo - continua Fenoglio - ogni nuova pubblicazione di dati sulle condizioni dell’autotrasporto in Europa e in Italia non solo conferma che questo settore è strategico per ragioni che esulano ormai dal solo contesto economico e coinvolgono anche aspetti sociali, ma - là dove individua squilibri e carenze - denuncia la debolezza del nostro Paese.
Secondo stime recenti, mentre in Europa in media il 65% dell’autotrasporto avviene all’interno dei confini nazionali e il 35% ne esce per sviluppare traffico internazionale, in Italia ben l’86% dei veicoli industriali viaggia esclusivamente sul territorio nazionale.
Inoltre in Italia il 40% dei veicoli industriali circolanti viaggia a vuoto, il doppio di quanto avviene in Europa (20%)”.
“E pensare - sottolinea Fenoglio - che con i moderni sistemi di connettività a bordo dei veicoli industriali di ultima generazione è possibile monitorare i mezzi, oltre a controllarne le prestazioni e lo stato di efficienza, e quindi sarebbe possibile ridurre drasticamente il fenomeno dei viaggi a vuoto, che provoca occupazione improduttiva delle strade, aumentando la congestione, i rischi per la sicurezza e i costi complessivi di gestione.
Eppure, anche nella finanziaria per il 2019 i veicoli industriali - che oggi sono i mezzi sicuramente più “tecnologici” in circolazione - sono stati esclusi dal beneficio dell’iper-ammortamento”.
“Sono davvero molte - conclude Fenoglio - le ragioni di incertezza che oggi preoccupano gli operatori italiani dell’autotrasporto rendendoli insicuri di fronte alla prospettiva di rinnovare il proprio parco e investire in sostenibilità, considerata l’indifferenza con la quale si trattano le questioni che li riguardano, e che ribadiamo essere strategiche per lo sviluppo.
Per non parlare del problema dei conducenti, dei quali c’è carenza in tutta Europa, e che viene risolto in modo “creativo”, senza regole serie, innescando una specie di guerra dei poveri che certo non gioca in favore di una sana concorrenza tra le imprese europee di autotrasporto e neppure favorisce una corretta informazione - soprattutto nei confronti dei giovani - sulle reali prospettive occupazionali nel settore”.
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