UNRAE indica le infrastrutture di ricarica e il rinnovo del vetusto parco auto circolante fra gli obiettivi primari del Recovery fund per la transizione ecologica
Il mercato europeo (UE+UK+EFTA) perde oltre 1/4 delle immatricolazioni nel primo mese dell’anno con 842.835 vetture rispetto a 1.134.898 dello stesso periodo 2020, come conseguenza degli impatti negativi delle restrizioni da Covid-19 e di due giorni lavorativi in meno. Una flessione generalizzata che risparmia solo la Svezia e la Norvegia e che, fra i Major Markets, segna una pesante flessione per Spagna (-51,5%), Regno Unito (-39,5%) e Germania (-31,1%), seguite dall’Italia, che limita il calo ad un -14%, grazie agli incentivi soprattutto della fascia 61-135 g/km, e dalla Francia a -5,8%.
“La crisi di mercato che stiamo attraversando offre l’occasione di voltare pagina e di riavviare la necessaria ripresa economica all’insegna dell’economia verde. Se con le vetture elettriche e i modelli sperimentali a idrogeno i produttori sono già pronti al cambiamento, non altrettanto si può dire delle istituzioni pubbliche: non si può puntare alla diffusione dei modelli elettrici se non c’è una adeguata rete di punti di ricarica”, commenta Michele Crisci, Presidente dell’UNRAE, l’Associazione delle Case automobilistiche estere.
La recente richiesta comune dei costruttori, degli ambientalisti e dei consumatori europei di un Regolamento UE che fissi gli obiettivi di 1 milione di punti di ricarica entro il 2024 e 3 milioni entro il 2029, con mille stazioni a idrogeno nella stessa data, è secondo Michele Crisci “il punto di partenza indispensabile per fare in modo che ricaricare un’auto elettrica sia facile come oggi fare il pieno di benzina. L’Italia in questo campo è sempre in ritardo rispetto ai Major Markets europei: a gennaio le immatricolazioni di auto full electric e ibride plug-in sono state il 4,7% del totale, ben lontane dal 21,7% della Germania, l’11,6% della Francia e il 13,7% del Regno Unito. Un divario elevato che ritarda l’indispensabile ricambio del vetusto parco circolante – aggiunge Michele Crisci – e per il quale ci sentiamo di salutare la nascita del nuovo Ministero della transizione ecologica indicandogli la necessità di inserire la dotazione di infrastrutture di ricarica tra gli obiettivi primari del Recovery fund.
“Ed è altrettanto urgente – conclude il Presidente dell’UNRAE - agire sul fronte delle auto aziendali, un comparto che in Italia nel 2020 rappresentava oltre il 36% del mercato, ma è fortemente svantaggiato sia da un regime fiscale penalizzante rispetto ai maggiori Paesi europei e alla vigente normativa UE sulla detraibilità dell’IVA, sia dal mancato adeguamento dei valori di emissione al nuovo ciclo WLTP per l’applicazione dei fringe benefit”.
Francia - Il 2021 parte con 126.380 immatricolazioni (-5,8%)
Il mercato automobilistico francese parte con il segno negativo arrestandosi al -5,8% rispetto a gennaio 2020: quest’anno sono state immatricolate 126.380 autovetture, a fronte delle 134.229 unità registrate lo stesso mese dello scorso anno. Sul versante delle alimentazioni tradizionali, il benzina registra 56.569 unità e si attesta al 44,8% di rappresentatività, mentre il diesel cede 6,4 p.p. arrestandosi al 25,3%. Bene le ibride che chiudono il mese al 22,4% di quota con 28.262 unità registrate, conquistando 11 p.p. rispetto al dato dello scorso anno, mentre le elettriche si fermano al 5,1% con 6.469 unità. Dopo un dicembre in calo, aumentano nuovamente le emissioni di CO2 che salgono a 115,5 g/km rispetto ai 110,4 del mese precedente. Per quanto riguarda i segmenti, infine, crescono le piccole, al 62% di quota, mentre calano le medie inferiori (24%) e le medie superiori (11%); le superiori e lusso si attestano al 4% di rappresentatività, in leggero aumento rispetto allo scorso anno.
Germania – Il mercato auto crolla del 31,1% con le BEV che registrano un +117,8%
Il 2021 in Germania parte in maniera negativa: secondo i dati diffusi dalla KBA, il mercato automobilistico si confronta, nel mese di gennaio, con un importante crollo del 31,1%; il forte calo delle persone giuridiche (-37,2%), che hanno approfittato della scadenza delle agevolazioni Iva a fine 2020, e la chiusura forzata delle concessionarie, hanno, infatti, influito sfavorevolmente sull’andamento sottotono delle nuove immatricolazioni (169.754), mai così basse dal 1991. Le vetture diesel sono scese al 26,1% di quota con 44.327 autovetture registrate perdendo 7 p.p., mentre i benzina dimezzano i propri volumi. Positivo, al contrario, l’andamento delle vetture elettriche che, con 16.315 immatricolazioni, archiviano il mese con un +117,8%, e delle PHEV che conquistano il 12,1% di quota di mercato con 20.588 unità. Crescono anche le HEV (+12,2%) che aumentano di 8,6 p.p. la propria rappresentatività. Infine, a gennaio le emissioni medie di CO2 sono state di 125,9 g/km, in calo del 16,9%.
Regno Unito – Per il 2021 il peggior inizio dell’anno dal 1970: 90.249 unità e -39,5%
Il mercato automobilistico del Regno Unito si confronta con una partenza del 2021 complessa e allarmante: a gennaio, infatti, secondo la SMMT, le immatricolazioni di auto nuove hanno subito un crollo dei volumi del 39,5% con 90.249 unità vendute, determinando così l’inizio peggiore dal 1970. La domanda è rimasta depressa per tutti i canali: i privati -38,5%, le flotte -39,7% e le società -56,0%. Sul versante delle alimentazioni, crollano il diesel (-62,1% e una quota del 12,3%) e il benzina (-50,6%, dal 60,9% al 49,8% di rappresentatività). Positivo, al contrario, l’andamento per le BEV che crescono di 2.206 unità anche a fronte del raddoppio di modelli disponibili e che insieme alle PHEV equivalgono al 13,7% delle immatricolazioni. Il 2020 ha visto il più grande calo mai registrato di emissioni medie di CO2, stimolato da una maggiore diffusione delle alimentazioni alternative: più della metà di tutte le BEV acquistate negli ultimi due decenni siano state registrate solamente nel 2020. Il mese di marzo, che archivia in media una immatricolazione su cinque, rischia di non riuscire a sostenere la ripresa di un settore fortemente in crisi a causa del prolungamento delle restrizioni in atto.
Spagna – Calo delle vendite a 41.966 unità (-51,5%): il peggior gennaio dal 1989
La convergenza di fattori avversi sia sul piano economico che sanitario e ambientale ha provocato in Spagna a gennaio un crollo notevole delle vendite di auto: la combinazione tra le restrizioni imposte dalla diffusione della pandemia, il blocco causato dalla tempesta Filomena e la fine del piano “Renove” ha, infatti, contribuito al peggior calo di immatricolazioni dal 1989, equivalente a un -51,5% rispetto allo stesso mese dello scorso anno, con 41.966 unità registrate. Le emissioni medie di CO2 si attestano a 127,2 g/km, anche se bisogna considerare che quello di gennaio è il primo mese in cui il dato risponde alla nuova misurazione WLTP. Tra i cali di tutte le alimentazioni spicca quello delle vetture elettriche, che crollano del 69,43%. Nel primo mese del 2021 tutti i canali perdono quasi la metà delle vendite: le società con 18.397 unità perdono meno del mercato (-43,9%), i noleggi crollano del 65,4% e i privati del 53,1%. Secondo L’ANFAC, alla situazione di estrema incertezza dovuta alla crisi economica si aggiungono l’aumento della tassa di registrazione e la conclusione del piano di rottamazione, considerati elementi determinanti nell’accelerazione del crollo delle vendite.