Ma i primi 9 mesi dell’anno sono a +7,8% rispetto al 2019
Il Centro Studi e Statistiche UNRAE, sulla base dei dati di immatricolazione forniti dal Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, ha effettuato una stima del mercato dei veicoli industriali per il mese di settembre 2021 verso settembre 2020:
massa totale a terra |
settembre |
% variazione |
|
2020 |
2021 |
||
> 3,5 t |
1.476 |
1.840 |
+24,7 |
da 3,51 a 6 t |
54 |
50 |
-7,4 |
da 6,01 a 15,99 t |
234 |
255 |
+9,0 |
> = 16 t |
1.188 |
1.535 |
+29,2 |
massa totale a terra |
Gennaio - settembre |
% variazione |
|
2019 |
2021 |
||
> 3,5 t |
17.827 |
19.220 |
+7,8 |
da 3,51 a 6 t |
772 |
529 |
-31,5 |
da 6,01 a 15,99 t |
2.726 |
2.739 |
+0,5 |
> = 16 t |
14.329 |
15.952 |
+11,3 |
“A settembre siamo tornati a confrontare i dati mensili del 2021 con quelli del 2020 – spiega Paolo A. Starace, Presidente della Sezione Veicoli Industriali di UNRAE – poiché ci sembra un confronto credibile per gli ultimi mesi dell’anno. Mentre per il periodo gennaio-settembre ancora riteniamo significativo il confronto con il 2019. Lo scenario che abbiamo di fronte conferma il profondo rosso dei veicoli fino a 6 t, una sostanziale invarianza tra le 6 t e le 15,99 t, mentre continua la crescita nel segmento uguale o superiore alle 16 t (+29,2% a settembre), che però si commenta da sola se confrontata con i risultati di luglio (+6,8%) e agosto (-9,3%). Finito il periodo di lockdown e riprese le attività produttive, il mercato sembrerebbe in recupero, ma i numeri che continuano a rimbalzare sembrano essere più effetto di uno “stop and go” determinato dalla discontinuità degli approvvigionamenti di componenti e quindi dalla capacità dei Costruttori di consegna dei veicoli, che non di una effettiva ripresa”.
“Le notizie che arrivano dai mercati delle materie prime e dai dati della produzione di componenti essenziali, nonché dall’aumento generalizzato del trasporto e del costo dei carburanti – continua Starace – non ci consentono di tirare le somme e quindi azzardare previsioni per il prossimo futuro, in una situazione condizionata da fattori a così alto tasso di aleatorietà”.
“Per il settore dei veicoli industriali – ricorda Starace – va poi considerato un fattore ulteriore di difficoltà e incertezza, generato dalla carenza di conducenti al quale dobbiamo rispondere formando da subito una nuova generazione di giovani professionisti, da destinare alla gestione di mezzi tecnologicamente avanzati e in grado di rispondere alle istanze di sostenibilità ambientale”.
“La disponibilità di conducenti professionali preparati – conclude Starace – rappresenta un’ulteriore condizione per poter andare concretamente verso un sistema trasportistico sostenibile, efficiente ed affidabile. Rinnovare il parco dei veicoli, continuando a caricare sui Costruttori gli oneri più pesanti per la cosiddetta transizione, non solo ecologica, senza avere poi a disposizione addetti in grado di gestirli nella pienezza delle loro potenzialità, non sembra davvero essere una scelta sensata”.
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