UNRAE, l'automotive punta decisa verso la mobilità sostenibile ma l'Ue è in ritardo con le infrastrutture. E in Italia il fisco penalizza le auto "verdi" aziendali
Il mercato europeo dell’auto (UE+UK+EFTA) è ancora in perdita anche nel mese di febbraio, e con 850.170 immatricolazioni rispetto a 1.066.172 dello stesso mese 2020 registra una flessione del 20,3%. Nel cumulato dei primi due mesi la perdita sale al -23,1% (1.693.059 unità). Le contrazioni più pesanti fra i major markets riguardano Spagna (-38,4%) e Regno Unito (-35,5%), ma il record negativo è del Portogallo (-59%). L’Italia, grazie agli incentivi, presenta ancora il calo più limitato fra i mercati più grandi (-12,3%), superata sia dalla Germania (-19%) che dalla Francia (-20,9%).
“Continua il periodo di forte crisi per il mercato dell’auto in Europa e il settore guarda con preoccupazione ai ritardi delle Istituzioni nel favorire la transizione verso una mobilità sostenibile”. Così Michele Crisci, Presidente dell’UNRAE, l’Associazione delle Case automobilistiche estere, commenta i dati del mercato dell’auto del mese di febbraio in Europa.
“A fronte di ingenti investimenti dei Costruttori verso elettrico ed idrogeno – spiega Crisci - la rete stradale europea risulta ancora in forte ritardo nell’installazione delle infrastrutture di ricarica che crescono della metà rispetto al mercato.
Senza un numero adeguato, anche in prospettiva, di impianti di ricarica veloce sulle principali autostrade continentali sarà impossibile raggiungere l’obiettivo delle emissioni zero nei prossimi 30 anni”.
“In questo quadro – aggiunge – l’Italia è ancora all’ultimo posto (insieme alla Spagna) fra i grandi Paesi europei nella diffusione di auto ‘alla spina’, con una quota del 5,8% a febbraio, contro il 20,7% della Germania, il 13,2% della Francia e il 13% del Regno Unito”.
Una spinta decisiva alla diffusione dell’elettrico nel nostro Paese può venire dalla crescita del comparto auto aziendali, oggi fermo al 36% del mercato contro quote superiori al 50% dei major markets europei. “Ma – ribadisce Michele Crisci – se non si provvede ad allineare la fiscalità di questo comparto a quella degli altri paesi, e ad adeguare al nuovo ciclo di prova WLTP i valori di CO2 per l’applicazione dei fringe benefit, il mercato delle auto ‘verdi’ in Italia rischia di rimanere fanalino di coda anche nei prossimi anni”.
Francia – Febbraio con il segno negativo registra 132.637 autovetture (-20,9%)
Il mese di febbraio segna una decisa battuta d’arresto per il comparto automobilistico francese che perde il 20,9% rispetto allo scorso anno: a fronte delle 167.782 unità registrate nello stesso mese del 2020, quest’anno le immatricolazioni scendono a 132.637. Tornano a diminuire leggermente le emissioni di CO2, che si attestano a 114,1 g/km, dopo aver visto una risalita nel mese precedente. Sul versante delle alimentazioni, nel cumulato gennaio -febbraio crollano il diesel (che quasi dimezza le unità immatricolate a 65.107) e il benzina (114.536 immatricolazioni e 44,2% di quota di mercato), mentre le elettriche cedono 1,0 p.p. arrestandosi al 5,8%; crescono invece le ibride che con 58.470 unità conquistano il 22,6% di quota. Sul fronte dei segmenti, nei primi due mesi del 2021 crescono solamente le piccole che registrano il 60% di quota, mentre calano leggermente le medie inferiori (24%), le medie superiori (12%) e le superiori e lusso al 5% di rappresentatività.
Germania – Il comparto auto registra 194.349 immatricolazioni con l’elettrico che sale al 9,4%
A febbraio il mercato automobilistico in Germania si confronta con un andamento in negativo: secondo i dati diffusi dalla KBA infatti, nel secondo mese dell’anno sono state registrate 194.349 autovetture (-19%). Per quanto riguarda il comparto delle alimentazioni, in febbraio continua il crollo del benzina, che con 73.357 vetture immatricolati perde il 41,4% di quota, e del diesel, che si attesta al 25,4% di rappresentatività, con una caduta del 35% rispetto a febbraio 2020. Registrano al contrario una crescita importante le ibride, che si attestano il 27,1% di quota di mercato con un incremento del 75,7%, e in particolare le elettriche che con 18.278 unità, archiviano il mese a +124,2% (9,4% di quota). A febbraio l’emissione media di CO2 è pari a 126,5 g/km, in calo del 15,4%, ma in leggero aumento (+1,5%) rispetto al mese precedente.
Regno Unito – Il peggior febbraio dal 1959 con un calo delle vendite a 51.312 unità (-35,5%)
Il mercato delle auto nel Regno Unito subisce una pesante battuta d’arresto con il peggior febbraio dal 1959: secondo i dati forniti dalla SMMT, risultano 51.312 unità immatricolate, -35,5% rispetto allo stesso mese dello scorso anno (79.594 nuove autovetture). Il 1° bimestre subisce una perdita dei volumi del 38,1% con 141.561 unità. La domanda crolla per tutti i canali: i privati si fermano a -37,3% e le flotte a -33,5% ma sono le società, con la chiusura prolungata degli showroom, a subire il danno peggiore con una perdita del 56,6% a 637 unità. Sul fronte delle alimentazioni, in febbraio il diesel e il benzina continuano a perdere quota fermandosi rispettivamente a -61,0% e -44,5%, mentre cresce vistosamente la domanda sia per le BEV (3.516 unità e 6,9% di rappresentatività) che per le PHEV (3.131 immatricolazioni e 6,1% di quota), che insieme esprimono più di una immatricolazione su otto, conquistando una quota di mercato complessiva del 13,0%. Con il Paese vincolato dalle restrizioni per l’emergenza sanitaria fino al 12 aprile almeno, il comparto automobilistico si aspetta un marzo impegnativo.
Spagna – Febbraio consolida il crollo delle immatricolazioni con 58.279 unità (-38,4%)
In Spagna si conferma nel mese di febbraio un vistoso calo delle immatricolazioni auto, che subiscono una perdita del 38,4% a 58.279 unità; il cumulato dei primi due mesi dell’anno registra una caduta delle vendite del 44,6% a 100.242 autovetture. Sul fronte dei canali i privati, per la prima volta dal 1966, in febbraio hanno venduto meno rispetto alle società, pur essendo solitamente un mercato più ampio per volumi. Nello specifico perdono il 43,8% fermandosi a 23.154 unità, mentre le società cedono il 18,7%; crollano i noleggi a -57,7% con 9.014 vetture registrate. Le emissioni medie di CO2 si attestano a 128,8 g/km confermando, rispetto all’anno precedente, una riduzione del 4,5%. Secondo l’ANFAC, i dati testimoniano la “tempesta perfetta” che si sta abbattendo sul comparto automobilistico, trovatosi schiacciato dalla terza ondata della pandemia, dalla bassa fiducia dei consumatori e dall’aumento dell’imposta di immatricolazione.