UNRAE: incentivare il ricambio del parco circolante per aiutare davvero l’ambiente; nel 2020 raggiunto in Italia il target di CO2 previsto dall’UE per l’auto
L’automotive celebra la Giornata Mondiale dell’Ambiente di sabato 5 giugno con cifre che testimoniano il notevole contributo del settore alla sostenibilità. La campagna di rottamazione dei mesi scorsi, sostenuta dagli incentivi governativi per la fascia di emissioni 61-135 g/Km, ha permesso di rottamare in 3,5 mesi circa 186.000 vetture obsolete, risparmiando all’ambiente 115.000 tonnellate di CO2 l’anno.
“Il modo migliore per celebrare la Giornata Mondiale dell’Ambiente – afferma Andrea Cardinali, Direttore Generale dell’UNRAE - è favorire il ricambio del parco auto circolante, che in Italia è fra i più vetusti e inquinanti d’Europa. L’assenza di misure per l’automotive nel PNRR non è l’augurio più sincero a favore dell’ambiente. Visto che gli spostamenti di merci e persone avvengono per il 90% su gomma, la scelta più sostenibile da parte di Governo e Parlamento non può che essere quella di rendere strutturali gli incentivi all’acquisto di nuove vetture fino a 60 g/Km di CO2. Inoltre, almeno per l’anno in corso, occorre supportare anche la fascia 61-135 g/Km, che ha fornito un contributo pari a ¾ della riduzione di CO2 ottenuta sinora sulle nuove immatricolazioni. Auspichiamo, quindi, che nell’iter di conversione in Legge del c.d. DL Sostegni-bis compaiano misure efficaci in questa direzione”.
Nel 2020 il mercato italiano dell’auto nel suo complesso ha pienamente raggiunto il target di CO2 stabilito dalla UE per la media europea complessiva. Il livello medio di emissioni delle vetture immatricolate nell’anno, calcolato secondo il ciclo NEDC e corretto in base alla quota di auto a trazione esclusivamente elettrica (BEV), è infatti risultato di 3,4 g/Km inferiore al target indicato dall’UE, aggiustato in base al parametro del peso totale a terra.
Con la diffusione delle vetture elettrificate, in rapida ascesa, la situazione continuerà a migliorare. Nei primi cinque mesi del 2021 le quote di auto ibride (HEV), plug-in (PHEV) ed elettriche (BEV) hanno toccato rispettivamente il 27,4%, il 4,2% e il 3,1%, per un 35% circa complessivo, pari al doppio del 12,9% del 2020 e a sei volte il 5,7% del 2019.
Sotto il profilo demografico, si nota che nel periodo gennaio-maggio gli acquirenti privati di vetture plug-in ed elettriche sono stati per il 65% uomini (8 punti percentuali in più della media di tutte le alimentazioni); per le ibride (HEV) invece la preferenza è distribuita abbastanza equamente tra i due sessi. Nella suddivisione per età, la fascia anagrafica dove maggiormente incidono le immatricolazioni di vetture plug-in ed elettriche è quella da 46 a 55 anni, con il 28% di quota di mercato (3 punti in più rispetto alla media dell’intero mercato privati); seguono i 56-65enni al 25% (2 punti in più rispetto alla media) e i 30-45enni al 23,6% (in linea con la media).
I dati, infine, evidenziano una chiara correlazione anche con la disponibilità di infrastrutture di ricarica sul territorio. Nei primi 5 mesi dell’anno le immatricolazioni per area geografica (al netto del noleggio, che ha un effetto distorsivo) mostrano infatti una concentrazione più accentuata al Nord, dove le infrastrutture di ricarica sono più diffuse, col 67% delle vetture BEV e PHEV a fronte del 55,6% della media generale. Le infrastrutture sono ancora carenti nelle aree del Centro, Sud e Isole, che coprono rispettivamente circa il 23% e il 20% dei punti di ricarica disponibili in Italia.
“È necessaria una strategia chiara per la dotazione capillare di infrastrutture di ricarica su tutto il territorio nazionale - commenta Cardinali - eliminando gli ostacoli burocratici che ne impediscono lo sviluppo: serve un cronoprogramma dettagliato, che declini concretamente gli obiettivi dichiarati nel PNRR per il 2026, obiettivi peraltro quantitativamente insufficienti”.
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